“Protagonisti del cambiamento in nome dello sviluppo del Paese”. La relazione conclusiva di Claudio Siciliotti alla II Conferenza annuale
Piccole e medie imprese, università e libere professioni rappresentano altrettanti fattori di valore della realtà nazionale. Un “quarto Stato” che rivendica il diritto-dovere di promuovere relazioni corrette e pro-attive con la grande politica, la grande impresa e il grande sindacato, anche e soprattutto per ripristinare e garantire la difesa di interessi generali.
Lo ha ricordato, nelle considerazioni conclusive alla II Conferenza annuale della categoria, il Presidente del Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Claudio Siciliotti. “Per la comunità dei commercialisti, solidamente ancorata alla sostanza dei diritti prima che alla procedura delle forme – ha detto Siciliotti – spendersi per l’ammodernamento dello Stato e lo sviluppo del territorio è attività che discende logicamente dall’esercizio della professione”. E’ per questo che le politiche svolte nei due anni trascorsi dall’unificazione sono state principalmente dedicate a delineare il contributo che questo attore sociale, composto da migliaia di professionisti, può e deve dare alla crescita socio-economica del Paese.
Novità in materia di giustizia civile, il rafforzamento del collegio sindacale per una governance societaria sempre più chiara a tutela dei terzi, e non solo dei soci, le parole “finalmente chiare” con cui la politica rigetta “pasticciate” ipotesi di riforma delle professioni sono solo alcuni dei risultati che i commercialisti hanno contribuito a realizzare. “Battaglie di opinione e informazione che abbiamo condotto da veri protagonisti del cambiamento per dare risposte alle esigenze non della categoria ma del Paese e che proseguiremo, confidando sull’appoggio e sulla partecipazione che sentiamo sempre più tangibili su tutto il territorio nazionale”.