L'ordine informa


Mozione unitaria della Categoria sulla riforma delle professioni


I dottori commercialisti e gli esperti contabili italiani, riuniti nell'assemblea dei presidenti e dei vicepresidenti dei 143 ordini locali, convocata in sessione straordinaria per discutere e dibattere del momento di eccezionale gravità che sta attraversando il Paese e, con esso, tutte le libere professioni, ivi compresa quella del dottore commercialista e dell'esperto contabile, approvano all'unanimità  la seguente mozione.

Innanzitutto, proprio per la consapevolezza delle grandi difficoltà in cui il Paese si dibatte, invitano tutti i cittadini e le categorie sociali ed economiche che li rappresentano a dare prova di senso civico e vivere la stagione di riforme che si approssima con uno spirito costruttivo, in cui la proposta prevalga sulla protesta.

Invitano altresì il Governo a favorire concretamente questo approccio, dimostrando una disponibilità di ascolto, che non sia soltanto formale, delle categorie di volta in volta interessate da ipotesi di riforma del relativo settore.

Chiedono inoltre che:

– venga dato corso alla riforma degli ordinamenti professionali sulla base dei principi negoziati con il precedente esecutivo dal CUP, proprio in esercizio di quel responsabile approccio propositivo che merita di essere valorizzato nella conferma;

– venga confermata la possibilità per i professionisti di svolgere l'attività in forma societaria, ma il modello sia davvero quello di una società tra professionisti e quindi non una società in cui il peso dei professionisti possa essere assurdamente subalterno a quello di soci non professionisti nella partecipazione al capitale e nella presenza negli organi di governo societario;

– venga quanto prima rimessa mano alla disciplina del collegio sindacale e dei controlli di legalità sull'amministrazione delle spa e delle srl, resa incoerente, asistematica, di incerta interpretazione, ma soprattutto di incerta efficacia, da un improvvido atto consumato all'ombra di uno dei momenti più drammatici della storia recente del Paese.

Raccomandano infine al Governo, al Parlamento e a tutte le forze sociali di mettere al centro della propria azione:

– l'equilibrio nelle scelte di risanamento del bilancio pubblico, oggi troppo sbilanciate sul lato dell’ aumento delle entrate;

– l'equilibrio tra determinazione nella lotta all'evasione fiscale nel settore privato e determinazione nella lotta alla corruzione e agli sprechi nel settore pubblico;

– l'equilibrio tra proattività nel liberalizzare l'economia del Paese e proattività nel liberare il Paese da uno Stato elefantiaco nel numero dei livelli di rappresentanza, nel numero di rappresentanti e nella numerosità di articolazioni delle pubbliche amministrazioni e del parastato.

Senza equilibrio, infatti, ogni speranza di coesione sociale e' destinata risultare vana e, senza coesione sociale, anche il più piccolo ostacolo può divenire una montagna insuperabile.