Le Foto, i lucidi e la recensione del convegno di sabato 11 ottobre 2008
Dedicato a due degli argomenti che l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili considera particolarmente qualificanti e ai quali, per questa ragione, attribuisce i propri crediti formativi obbligatori – Tariffa e Deontologia – il convegno di sabato 11 ottobre ha saputo indicare, attraverso le autorevoli ed accattivanti relazioni, l’orizzonte più ampio entro il quale l’operato del professionista si muove, ancorando i contenuti informativi alla riflessione sul ruolo strategico e il valore sociale della professione.
Premiato da una grande e attenta partecipazione, il convegno, dopo l’introduzione del Presidente dell’Ordine Salvatore Garozzo, si è sviluppato attraverso gli interventi di Francesco Distefano, Vicepresidente nazionale, Stefano Marchese, Consigliere nazionale delegato alla deontologia, e Massimo Mellacina, Consigliere nazionale delegato alla tariffa.
La conoscenza come complesso sistema non solo di competenze ma di competenze esercitate in nome di precisi valori è stato il comune denominatore del confronto a più voci, ponendo a ideale file rouge delle tre esposizioni la citazione di un motto attribuito a Ruskin v. Whistler (Londra,1878), che ben si presta a rappresentare il senso primo dell’operato della nostra comunità professionale: “Vendiamo conoscenza, non tempo”.
Con una evidente linea di continuità tra l’uno e l’altro tema, la dettagliata relazione del Consigliere Mellacina ha posto, tra l’altro, l’accento sui criteri che hanno caratterizzato la proposta di tariffa dei dottori commercialisti e degli esperti contabili a partire dalla scelta di valutare esclusivamente la tipologia di attività, senza alcuna differenziazione fra i compensi spettanti agli iscritti nella sezione A e B dell’albo, mentre il Consigliere Marchese, dopo aver puntualizzato l’incidenza del sistema di regole su cui si basa l’operato della categoria, ha ricordato come, in virtù del proprio codice deontologico, la professione divenga “custode dei propri valori”, “legislatore” e “giudice” di sé stessa ma assuma contestualmente l’obbligo di renderne conto alla società. E ciò a causa di quell’interesse generale che bene ha indicato Distefano, quello cioè che i comportamenti professionali non siano lasciati alla coscienza del singolo professionista, ma siano un corpo di principi e di prassi scientemente condiviso da un vasto gruppo professionale e parimenti conosciuto dai suoi interlocutori.
Foto dell’evento